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Ippocrate IV secolo a.C
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giovedì 15 dicembre 2011

Lipidi

Sono formati da composti ternari di carbonio, ossigeno e idrogeno. La presenza di ossigeno è molto inferiore a quella di idrogeno, motivo per il quale pesano meno di carboidrati e proteine e necessitano di attività aerobica (presenza di ossigeno) per essere ossidati.
I grassi sono un insieme di sostanze insolubili in acqua  e solubili nei solventi dei lipidi (alcool, benzine, cloroformio, ecc.), costituiti da miscele di acidi grassi che determinano la loro qualità (esistono 40 tipi diversi di acidi grassi).
La caratteristica più evidente dei lipidi è di tipo fisico: abbiamo lipidi liquidi a temperatura ambiente (olii) e lipidi solidi a temperatura ambiente (grassi alimentari).
Possiamo suddividerli in: GRASSI SEMPLICI: presenti negli alimenti e nel tessuto adiposo, sono monogliceridi, digliceridi, trigliceridi; GRASSI COMPOSTI: presenti nelle strutture cellulari di origine animale, vegetale e nel plasma, sono fosfolipidi, glicolipidi, lipoproteine; GRASSI DERIVATI: colesterolo.
Ulteriore suddivisione viene fatta tra acidi grassi saturi (principalmente animali) ed insaturi (latte e vegetali), i primi sono preferibili ai secondi perché digeribili più facilmente e ricchi di fosfolipidi (favoriscono la sintesi di HDL, il colesterolo buono, che contrasta il colesterolo LDL responsabile di molte malattie cardiovascolari).
Costituiscono la riserva energetica principale del nostro corpo, apportano 9 calorie per grammo e rappresentano il 20/25% del fabbisogno calorico giornaliero; solo 6,5/7 calorie apportano energia in quanto il deposito di lipidi è idratato e ricco di enzimi, per questo motivo perdere 1 Kg di grasso con la dieta comporta un “risparmio calorico” di 6500/7000 calorie.
Oltre all’azione energetica hanno una funzione plastica: proteggono gli organi interni e sono isolante termico, fondamentali per assorbire e trasportare nel sangue alcune vitamine, proteggono e favoriscono il ricambio delle membrane cellulari. Per questi motivi la presenza nel nostro corpo non può essere inferiore al 3% negli uomini e 12% nelle donne (percentuale più elevata dovuta alla funzionalità ormonale).
Dopo aver fatto una panoramica sulle caratteristiche dei lipidi occupiamoci nello specifico di un grasso che è causa di svariate problematiche: il colesterolo.
COLESTEROLO
E’ associato all’insorgenza di problemi cardiovascolari (la su presenza elevata nel corpo è considerata un fattore di rischio), solo il 15% del colesterolo è legato all’alimentazione ed il restante 85% è prodotto a livello endogeno (fegato), viene impiegato per la produzione di bile, sostanza che serve ad emulsionare i grassi alimentari rendendoli assorbibili dall’intestino tenue.
I lipidi assunti con l’alimentazione vengono trasportati nel fegato sottoforma di chilomicroni e qui ricomposti in lipoproteine chiamate: VLDL, LDL, HDL.
VLDL (Very Low Density Lipoproteins): lipoproteine a bassissima densità ed alto contenuto di colesterolo (circa il 50%). Trasferiscono i trigliceridi (di origine endogena) dal fegato ai tessuti, e una volta riversate nel ciclo ematico cedute ai muscoli ed al tessuto adiposo.
Una volta sintetizzate dal fegato racchiudono al loro interno una grande quantità di trigliceridi che non provengono dall’alimentazione ma sintetizzati a livello epatico. Quando le VLDL perdono il loro carico di trigliceridi aumentano la loro densità e il contenuto di colesterolo diventa più rilevante permettendo alle VLDL di trasformarsi in LDL.
LDL (Low Density Lipoproteins): lipoproteine a bassa densità che trasportano soprattutto colesterolo.
Tutte le cellule necessitano di colesterolo ma non nella stessa misura, alcune ne metabolizzano maggiori quantità: ricordiamo le cellule della corteccia surrenale (producono cortisolo ed aldosterone), le cellule dei testicoli (producono ormoni sessuali maschili) e quelle delle ovaie (ormoni sessuali femminili).
Le LDL sono quindi importanti perchè una volta penetrate nelle cellule cedono il loro contenuto di colesterolo grazie ad un ricettore che è posto sulla superficie cellulare, questo ha un rovescio della medaglia, oltre a depositare il colesterolo nelle cellule lo depositano anche sulla parete delle arterie favorendo il formarsi delle placche arteriosclerotiche. Ecco perché il colesterolo LDL viene definito “colesterolo cattivo”.
HDL (High Density Lipoproteins): lipoproteine ad alta densità che trasportano circa il 20% di colesterolo ed il 30% di fosfolipidi.
Svolgono la funzione opposta alle LDL: legandosi alle pareti cellulari inglobano il colesterolo in eccesso, una volta caricate di colesterolo tornano nel fegato dove liberano il loro carico di lipidi. A questo punto, il fegato, potrà recuperare il colesterolo in eccesso oppure eliminarlo attraverso la bile.
Per questo motivo il colesterolo HDL è definito “colesterolo buono”.
Controllare il livello di colesterolo è importante e per farlo basta verificare che il rapporto tra colesterolo totale ed HDL sia inferiore a 5 nell’uomo e 4,5 nella donna. Ad esempio se abbiamo un colesterolo totale di 200 e HDL di 50 il rapporto sarà 4, se invece il colesterolo totale è 180 e HDL 30 il rapporto sarà 6.
Concludendo è si importante controllare periodicamente il livello di colesterolo totale ma è altresì importante che il livello di HDL sia il più alto possibile. Passare dalla sedentarietà alla pratica regolare dell’attività aerobica permette di aumentare il livello di HDL dal 3 al 9%.
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